PDF/X e le fasi di lavorazione per il packaging

PDF/X e fasi di lavorazione per il packaging

Negli ultimi anni il formato PDF e il corrispettivo PDF/X hanno subìto una fortissima evoluzione tecnologica, sfociata in nuove caratteristiche e funzionalità, che si associano molto bene alle sopravvenute esigenze. In particolare il GWG è riuscito ad identificare pienamente queste necessità ed a promuoverne lo sviluppo nei vari gruppi di lavoro ISO, per arrivare alla creazione di veri e propri standard internazionali e per gettare basi solide nell’affermazione del PDF e del PDF/X per le future produzioni nel packaging.

A tal proposito il Ghent Workgroup ha appena rilasciato un documento intitolato “Storing Processing Step Data in PDF” (che sfocerà nella futura norma ISO 19593), che specifica come possono essere memorizzati in modalità standard nel PDF/X, le informazioni relative alle fasi di lavorazione che avvengono dopo la stampa. Insieme a questo sono stati pubblicati anche tre file di esempio e il white paper "Use of PDF to associate processing steps and content data".

È pratica comune nel settore dell’imballaggio e in altri segmenti nell’industria della stampa, aggiungere nel PDF oggetti addizionali e metadati che non saranno usati per la stampa del prodotto finale. Questi dati riguardano processi aggiuntivi come ad esempio i tagli delle fustelle, le vernici, le goffrature, il Braille, ecc… In questa direzione il PDF può essere utilizzato come contenitore per ogni dato “di stampa” e “di non stampa”, da utilizzare nella produzione delle etichette e degli imballaggi. Questi dati di processo vengono utilizzati in varie fasi della catena di produzione, come ad esempio il posizionamento degli elementi grafici, per verificare la correttezza del progetto di design prima della stampa o per determinare il layout ottimale con il minimo spreco di materiale. Senza uno standard chiaro, vengono utilizzati diversi sistemi ad hoc per includere questi dati nel PDF e questo dipende dall’applicazione utilizzata per generarlo e dalle sue preferenze.

Ad esempio, in un documento le linee di taglio possono essere create in un livello chiamato “Cad” usando un colore spot “Fustella”, mentre in un altro documento la nomenclatura dei livelli o dei colori spot può essere differente. L’utilizzo di multiple metodologie porta a problemi di interoperabilità tra aziende e sistemi. Nel Packaging quando un PDF viene interscambiato lungo la catena di fornitura, chi lo riceve ha bisogno di sapere quali dati di processo sono inclusi e il suo flusso di lavoro deve poter gestire sia manualmente che automaticamente i vari passaggi utilizzati da chi lo ha inviato. Quando si ricevono file da fonti diverse che usano differenti metodologie operative, il flusso di lavoro diventa molto complicato e soggetto a errori. Supponiamo che un converter abbia configurato il suo RIP per ignorare la separazione per la tinta piatta “Fustella”. Se riceve un PDF con una tinta piatta “Taglio” rischia di sprecare una lastra o ancor peggio di stampare erroneamente le linee di taglio sul supporto.

La cosa più rilevante di tutto ciò, è che i vari fornitori di attrezzature per il packaging aggiorneranno entro breve i loro prodotti (ESKO ArtPro+ 16 e Enfocus PitStop 13.2 già lo sono in parte), al fine di avere un flusso di lavoro realisticamente definibile come standard.

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